Degrado, disservizi, incuria: sono stanca di sentire accostare questi concetti a Caserta, la mia città. Chi vive la città come me si rende conto che i casertani sono stati privati del loro diritto di essere cittadini. Strade colabrodo, illuminazione pubblica inesistente, fanno il paio con una pressione fiscale che fa spavento. Paghiamo le tasse più salate d’Italia a fronte di un’erogazione di servizi nulla. Non ci sono mezzi pubblici che permettano ad un cittadino di ipotizzare degli spostamenti senza dover ricorrere all’uso dell’auto, non esistono iniziative che permettono una qualsiasi forma di sviluppo economico. La cosa peggiore è che non c’è alcuna forma di programmazione per il futuro con la città abbandonata a se stessa. La fotografia di questo scempio sono le frazioni, cuore pulsante della storia casertana, dove i residenti campano alla giornata. Tradizioni popolari, manifestazioni folkloristiche, luoghi d’arte: il tutto continua a vivere in maniera disarmonica grazie alla passione dei singoli cittadini abbandonati a loro stessi dalle istituzioni. Di chi è la colpa di questo sfacelo? Sarebbe facile per me in questo momento salire sul palco e puntare l’indice contro gli untori. Sarebbe comodo dire che in quasi cinque anni di amministrazione di centrosinistra, Caserta è arretrata vertiginosamente in tutte le classifiche di qualità della vita senza indicare la strada per uscire da questo impasse, senza metterci la faccia e provare a fare meglio. Non è nel mio stile. Ho deciso di rimboccarmi le maniche, di scendere in campo, di impegnarmi in prima persona. La ragione è una sola: AMO LA MIA CITTA’. Se anche tu come me ami la tua città il 15 e 16 maggio sulla scheda elettorale accanto al simbolo del Pdl scrivi Cicia. Restituiamo dignità ai casertani.